Sidebilder
PDF
ePub

Che braccio quì non fia di scettro degno
Per governare imperj, o per mandare
Della Cetera il fuon d'eftafi al fegno.
Ma la fcienza non mai volle fpiegare
Agli occhi loro le feconde Carte

Di cio che al tempo un dì feppe involare;
Fredda miferia fenza fpirto, ed arte
Il nobil foco lor tenne fopito

E l'alma irrigidì per ogni parte.
quante gemme di fulgor fquifito
Nelle caverne fon dell' oceàno

* U' penetrar non puotefi dal lito! Quanti fiori talor fpuntar dal piano Per non effer veduti, e grato odore Dal deferto terren fpirano in vano !

[blocks in formation]

Qualche ruftico Hampden, che con valore
De' campi fuoi al piccolo Tiranno

Intrepido moftrò fermezza, e cuore ;
Qualche muto Milton, qualche d'inganno
Incapace Cromwell qui forfe pofa,

Che mai non fece alla fua patria danno. Vietò loro il deftin l'aura pompofa

Dell' aftante fenate, e l'incuranza Di fortuna dolente, e rovinofa, Sparger loro vietò dolce abbondanza

Con larga man sopra terren ridente, E divulgar le imprese in lontananza : Nè circofcriffe la virtù nafcente,

Ma riftrinse i delitti, e al tron le ftrade Non volle che s'appriffer della gente Per mezzo al fangue con taglienti spade,

Nè chiufe volle di pietà le porte

Agli occhi delle mifere contrade;

Virtude

Virtude interna a lor tcccata in forte
Vietò celare, e volle che moftraffe

Un ingenuo pudor ciascun da forte;
Che l'idolo del lufso non si alzasse,
E di fuperbo incenfo, accefo all fuo

Di lufinghiera Clio non mai fumaffe.
Ben lungi dalle riffe, in cui per poco

S'impegna il volgo infan, le loro brame Non fur ufe a volar di loco in loco; Lungo la fredda valle, ove lo stame Traean di vita, il placido tenore

Serbaron del cammin lontan da trame.

Pur a protegger da infultante umore

Anche queste offa, un fragil monumento,
Eretto quivi a rufticale onore

Solamente un fofpir per un momento
Dal paffeggier con rozze rime implora

E con fculture fabricate a stento.

Il nome loro, ed i lor anni ancora

Scritti da volgar mufa in luogo intefti

Sono di fama, e d'elegia fonora:
Sparfi veggionfi attorno i fagri tefti

Che infegnano a partir da questa vita
Della campagna agli abitanti onefti ;
Poichè chi mai vi fu, che in far partita
Lafciaffe in preda al taciturno oblio
Queft' effer anfio che pur piace e invita?
Chi dal lieto confin di vita ufcio

Senza fiffare un guardo impaziente

Nel tempo indietro, che di già fparìo?
L'alma che parte dal fuo fral cadente

Conta in tenero petto, e qualche ftilla
Richiede per pietà l'occhio languente;

Fin dal fepolcro la natura ftrilla,

E fin per entro all noftro cener vive
Del confueto ardor qualche fcintilla.

In

In quanto a te, per man di cui fi fcrive
Delle perfone in verfi incolti il fato

Che reftar fenz' onor di vita prive,

Se di genio fimil quà mai portato
Da cupo meditar per accidente
Fia 'l tuo deftin da paffeggier cercato,
Forfe qualche Bifolco a lui prefente,
Per lunga etade incanutito il crine,
Dir gli potrà: Noi lo vedem fovente
Con frettolofo piè fcuoter le brine

Allo spuntar della vermiglia Aurora
Per incontrare il fol fulle colline.
Sdrajato al piè noi lo vedem talora

Di quell' antico tremolante Faggio,
Che lafsù capricciofo intreccia fuora
Del fuol le fue radici, e il caldo raggio
Temprar, del rio vicin ful margo affifo,
Quando il fole era a mezzo del viaggio;

Ora

« ForrigeFortsett »