Baruffaldi. O per me ferbifi Preziofiffima Che non de' intingere Umor sì nobile: Al Dio del vino il riferbar le vigne, E in così dire alto m'accenna, ed oh! Della plebe felvaggia degli Dei, Cha fra i piu furibondi il piu indomabile Vidi 'l nume Baffareo Euchioneo Dirceo Melleo Agenoreo Il feroce, l'indomito Lieo, Dionifio acripotente Pingue tronfo e pet toruto Un forrifo a lieto vifo Non dimoftra e non difpenfa Che Che d'intorno a lui fi proftra; E la mano con la patera Alza e verfa e cionca e ciombola, Che per ber non farà tombola. Io non vo' temer di morte: Tema fol chi f'avviluppa, Nella truppa De' vin aspri minerali Che affaliscono, Baruffaldi. Baruffaldi.. Moscadello e Lamporecchio Di Voghiera : Vo rubin del Virginefe, Vo' che, f'empiano i miei maggior vasi O fia nero o púr fia bianco Voglio ber fin ch' io fia ftanco: Voglio ber fin. ch' io fia caldo Il melli fluo liquor che ftilla in Gualdo. Dov' io vindemmio lietamente, e dove Mi ridea del Gallispano Quando fu coll' arme in mano " Cet vin eft fi foible et peu piqué Que d'abord que je l'ai beu il eft paffé. Paffa è vero il fottiliffimo Leggeriffimo Ferrarese vin balfamico, E una tazza feftiva e spumante Non v'atterra, Non fa guerra Alle vifcere od al cerebro; Piu che 'l Montepulciano o la Verdea, Che per bere ha gran poffanza; E a decider dei vin la corona Ne fa piu che un dottor di Sorbona, Tal che l' ira depofta ed il brando " Trinche trinche de Campulache, Baruffaldi.. |